Dalla stazione degli autobus di Trieste si può prendere un pulmino microscopico (9 posti compreso l’autista) diretto a Pazin (nel cuore dell’Istria) e, dopo quasi una cinquantina di Km da Trieste (a sud- est, sotto il confine sloveno), vi consiglio di scendere a Buzet.
Ve lo dico, perché l’ho fatto da poco e ho scoperto questa fascinosa piccola città, piena di storia: dall’epoca romana, passando per Bisanzio, il Patriarcato di Aquileia fino alla Serenissima. Sorvolo sulle sue prelibatezze culinarie… ottobre è giusto il mese dei tartufi, ben più delicati (e assai meno costosi) di quelli italiani…
Da Buzet sono andata a piedi in direzione di Hum, dove volevo passare la mia seconda notte. Segnalo un bel percorso didattico di qualche kilometro dedicato alla scrittura glagolitica: trait-d’-union tra l’alfabeto greco e quella cirillico. Purtroppo non ho potuto fotografare nessun monumento e nessuna iscrizione, perché il tempo, proprio in quel tratto di cammino, non è stato certo clemente. E, con lo zaino in spalla, pur con una bella mantella, se piove fitto, ve l’assicuro, ci s’inzuppa lo stesso perbene.
Hum però merita di patire qualche disagio. Si tratta di una sorprendente cittadina in miniatura: con la sua cinta muraria, una chiesa antica, uno splendido campanile romanico, case ben restaurate e circa una ventina di abitanti, uno più gentile dell’altro.
Da Hum, la mattina dopo, son tornata, sempre a piedi, a Buzet passando per l’antico mulino di Kotli, sito in un orrido da mettere i brividi, scavato nella roccia dal fiume Mirna, quando è ancora un corso d’acqua impetuoso e pieno di cascate. Proseguendo per un sentiero ben segnato nel fitto del bosco, guadando almeno tre volte il torrente, si costeggiano, dopo un po’, imponenti e scoscesissime, pareti rocciose, meta di scalatori provetti.
Insomma, se volete un piccolo assaggio di questa parte dell’Istria interna ancora poco conosciuta, cliccate qui